Come togliere il ciuccio

Amo il ciuccio tanto quanto lo odio.
Lo amo per una serie di motivi molto condivisibili. E’ innegabile che il ciuccio doni conforto ai bambini e sollievo agli adulti. Calma le crisi di pianto, rincuora nei momenti di sconforto, aiuta nei momenti di distacco, fa risprofondare nel sonno dopo un risveglio notturno.
Il ciuccio diventa un prezioso alleato in molte occasioni.
Ma in altrettante lo vorresti prendere e tirare lontano.
Ho imparato che il ciuccio andrebbe sempre attaccato ad una catenella. Quante volte mi è capitato alle tre di mattina di mettermi a cercarlo con la pila e di trovarlo incastrato tra il materasso e la spondina del lettino. O di perderlo per strada. O di vederlo cadere e non avere nemmeno il tempo di prenderlo per lavarlo, che già era stato infilato in bocca.
Ho comprato più ciucci che libri in questi ultimi tre anni. Che è tutto dire.
Si divertono a morsicarli, e una volta rotto ciao ti saluto, è da buttare. Ci sono ciucci in silicone bellissimi, con un sacco di colori, di faccine colorate, di forme.
E poi ci sono quelli brutti in caucciù, quelli marroncini per capirsi. Brutti ma resistenti anche ai dentini più aguzzi. E così dopo aver comprato una valanga di ciucci abbiamo deciso che quelli di caucciù facevano al caso nostro. Indistruttibili.
Adesso però è arrivato il momento di archiviarli. Se non altro per non rovinare definitivamente il palato. Giulia ha già i dentini sporgenti, tra l’arcata superiore e quella inferiore ci passa un treno.
Con Giorgia, la primogenita, non è stato così faticoso.
Era periodo natalizio, lei aveva 3 anni e mezzo. La sera di Natale, ha deciso di metterlo nella capanna come dono per quel piccolo Gesù che sarebbe nato povero e certamente senza ciuccio. Da allora non l’ha più cercato. Gesù bambino in cambio le ha portato un bel bambolotto (col ciuccio) e lei qualche volta nei momenti di sconforto quel succhiotto l’ha messo in bocca, quasi vergognandosi. Ma solo per “una ciucciatina mamma e poi basta”.

ciuccio

Adesso è il turno di Giulia e Sofia e la vedo dura.
Ho provato ad utilizzare lo stesso metodo ma la sera della vigilia di Natale Giulia aveva la febbre alta e non me la sono sentita… adesso che Natale è passato da un bel po’, devo inventarmi qualcosa altro.
Con Sofia pare abbia funzionato il sistema del cugino adolescente con l’apparecchio ai denti.
Più che funzionato direi che è stato uno shock vedere tutti quei ferretti in bocca al suo cugino amato e sapere (che ideona) che l’apparecchio è stato messo perché “da piccolo usava sempre il ciuccio e così sono cresciuti i dentini storti”. Fatto sta che dopo giorni passati a far domande sull’apparecchio ai denti un bel giorno ha deciso di toglierlo, o meglio, di usarlo meno. La sera nel lettino lo lancia in aria, dicendo che è grande e che dorme senza ciuccio. Non che funzioni sempre, ma direi che siamo sulla buona strada.
Con Giulia è tutta un’altra musica. Lei va a letto con un ciuccio in bocca, uno in una mano, uno nell’altra. Tre ciucci per passare la notte tranquilla. La questione qui si fa seria.
L’apparecchio ai denti pare non averla turbata e per Gesù Bambino devo attende ancora 9 mesi quando di anni ne avrà quasi 4, decisamente tanti per cercare di sperare in un bel sorriso quando sarà cresciuta.
Le consultazioni parentali hanno generato varie soluzioni ma tutte troppo drastiche. La nonna se ne è uscita con “dite che l’ha mangiato il gatto”, lo zio con “attaccatelo ad un palloncino così vola via”.
Sono del parere che le prime ad essere convinte che il ciuccio vada tolto siamo noi mamme.
Dobbiamo essere determinate in questa impresa, ma con gradualità e pazienza.
Iniziando col toglierlo durante il giorno, mentre gioca, allungando gradualmente i momenti passati senza. Dando anche delle dolci gratificazioni o semplicemente dicendo quanto “sei diventata grande”. Il passo successivo sarà toglierlo la notte… vi terrò aggiornate. Se qualcuno di voi ha qualche consiglio lasci un commento, mi potrebbe far comodo….

 

Ti potrebbe anche interessare:

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *