Cosa vuoi fare da grande?

La maestra, da grande farò la maestra, o forse la ballerina, o ancora la veterinaria.
Alzi la mano chi da bambina non ha sognato almeno una di queste professioni. Io per prima.
Un giorno mi immaginavo ballerina sul palcoscenico, stretta in un tutù rosa confetto volteggiante leggiadra sulle punte. Il giorno dopo ero una maestra bacchettona pronta a rilasciare note sul libretto a qualche bambola ritenuta troppo vivace.

ballerina
Più tardi è arrivato il periodo “veterinaria”:  io in mezzo a cani e gatti con disinfettante e cerotti.

Poi mi hanno spiegato che il veterinario lo è anche di animali un po’ più corpulenti, tipo la mucca o ancora il cavallo e non mi vedevo molto come assistente di una vacca partoriente, quindi in un sol colpo questa professione è stata depennata.
Oh, poi c’è stato il periodo parrucchiera, quello di infermiera, di pasticcera, di insegnante di ginnastica. Non c’è mai stato il periodo “voglio fare l’astronauta” oppure “voglio diventare uno scienziato”. Le professioni che immaginavo erano tutte al femminile.

Oggi è divertente chiedere a Giorgia cosa vuol fare da grande.
Ultimamente vuole fare la cuoca ma mica una qualsiasi, la cuoca dell’asilo. A casa è tutto un “mamma cucino io”, “mamma puoi fare l’impasto della pizza e darmene metà?” “mamma questo uovo lo rompo io”. La Clerici ormai è una di famiglia, durante le vacanze invernali non ci siamo persi una puntata della Prova del cuoco.
E’ una passione che spero mantenga nel tempo: la lascio sperimentare, rassegnandomi a pulire e ad assaggiare con gusto.

gelato
Questa estate voleva vendere ghiaccioli, non i gelati, proprio i ghiaccioli, al limone, alla menta alla fragola. Per l’occasione ha ideato una nuova professione, quella della “ghiacciolara”.
Una sera d’autunno l’ho sorpresa pensierosa. Mamma potrò fare tre lavori? Come tre lavori? Tutti insieme? Sì, la mattina vorrei fare la maestra a scuola, il pomeriggio la bibliotecaria e la sera l’insegnante di yoga.

Qualche giorno fa è venuta tutta seria e mi ha detto “Mamma e tu cosa vuoi fare da grande?”.
Cosa voglio fare da grande.
Ecco, ho quasi 40 anni, credo di aver fatto le mie scelte lavorative e definito ormai la mia direzione, ma la spontaneità di questa domanda mi ha fatto riflettere.
Si dice che il futuro lo si scriva a vent’anni, quando si sceglie la strada formativa prima, professionale poi.
Dalle scelte che facciamo a quell’età e forse ancora prima, dipende poi il nostro futuro lavorativo.
Senza tante deviazioni lungo il percorso.
Salvo poi magari trovarci ingabbiati in lavori poco soddisfacenti, poco apprezzati, poco remunerati. Ma cambiare diventa faticoso, a volte troppo rischioso. A volte è la stessa paura di cambiare a bloccarci.

“Mamma cosa vuoi fare da grande?” è una domanda spiazzante per la sua semplice verità, chiara ai piccoli, meno a noi grandi.
La possibilità di essere aperti ai cambiamenti, di immaginare per noi ancora mille possibilità.
La libertà di capire cosa ci rende felici e di inseguire ancora i nostri sogni, a qualsiasi età.
Un nuovo lavoro ma anche un’esperienza diversa, un viaggio tanto desiderato, una passione da coltivare.

Imboccare nuove strade, con fiducia, con pazienza, con leggerezza.
Quante cose impariamo dai bambini.

futuro

 

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