Quello che un blogger in erba non sa

Oggi va di moda fare il blogger.
Mia nonna avrebbe detto “il bobber che?”, lei che aveva un inglesismo tutto suo per cui l’aereo diventava areo e il freezer il friggidèr.
Comunque sia, oggi i blog crescono come i funghi. Un po’ perché va di moda, un po’ perché uno spera di guadagnarci una fortuna, un po’ perché il mondo dei blogger affascina, c’è poco da farci.
Ti crei uno spazio tuo, lo vesti come ti piace, ci scrivi quando e come vuoi, di qualsiasi cosa.
Puoi scrivere bene, puoi dedicarci tempo, pensando gli argomenti da proporre, informandoti, scrivendo e cancellando, rileggendo finchè quel pezzo adesso sì che ti piace.
Chi legge si affeziona pian piano al mondo di chi scrive.
Un po’ come quando leggiamo un bel libro e vorremmo non finisse più perché stiamo così bene in quel mondo immaginario, che ci pare di farne un po’ parte. Il blog ti permette questo: di rimanere sempre dentro quel libro, di avere qualche pagina in più ogni tanto da poter leggere in modo che la storia non finisca mai.
blogger
Aprire un blog è molto semplice, basta comprare un dominio e scaricare wordpress, oggi il programma più diffuso.
Fin qui semplice, ci sono mille tutorial in rete che spiegano come fare.
Ma poi viene il bello.
Cominci a scrivere il primo articolo, il secondo il terzo con l’entusiasmo di chi comincia una nuova avventura. Li pubblichi e ti chiedi quando arriverà il primo contratto con lo sponsor pronto a coprirti d’oro.
Intanto le visite sono pari a zero, ma sicuramente qualcuno ti avrà notato e se non ti ha ancora chiamato è solo una questione di tempo. Scrivi il quarto, il settimo, il quindicesimo articolo e ormai sei a corto di argomenti.
Passano le settimane, ti riproponi di scrivere ancora qualcosina ma non ne trovi mai né il tempo né l’ispirazione giusta. Nel frattempo ti sei fatto un giro del web e hai capito di non essere l’unico a scrivere di quell’argomento che ti sembrava così originale e cosa ancora più desolante, ci sono molti blogger che scrivono meglio di te, con siti più belli, con migliaia di follower su profili Instagram e Facebook e con una marea di banner pubblicitari.
E’ così che, sconfortato, chiudi il blog e tanti saluti.

Tenere un blog non è facile.
Bisogna aver chiaro di cosa vogliamo scrivere. E poi ci deve piacere, scrivere intendo. Deve essere qualcosa che amiamo fare, ci deve venire spontaneo. Per il gusto di fare, di battere su una tastiera, di leggere e correggere.
Serve studiare, sì, conoscere le regole che stanno dietro il mondo dei blog, trovando ispirazione anche da altri blogger che lo sanno fare meglio di te.
Serve avere metodo e costanza soprattutto perché la scrittura richiede tempo e una volta scritto il lavoro non si ferma lì. L’articolo va caricato, con delle fotografie decenti, va sistemata la leggibilità, trovate le parole chiave, sistemato il SEO e così via.
Una volta ho letto che per vedere i primi frutti del lavoro di un blogger serve lavorare a testa bassa per almeno due anni. Mesi e mesi di lavoro in silenzio, prima di avere una qualche visibilità.
Considerando che uno il blogger lo fa nei ritagli di tempo, tra il lavoro e la famiglia, la costanza deve essere doppia perché passato il famoso entusiasmo iniziale, ti ritrovi a  dover fare i conti con il poco tempo e un giorno per una scusa, il giorno successivo per l’altra, tendi a rimandare sempre più in là.
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Credo che alla fine l’approccio giusto, come in tutte le cose, sia quello di trovare soddisfazione in quello che si fa. Che sia la scrittura, che siano altre forme espressive, serve coltivare la propria passione a prescindere dal numero di like, di click, di follower.
Se poi arrivano anche i frutti, in termini di apprezzamento e visibilità ben venga, ma la soddisfazione deve stare altrove.

Ps. Comunque  grazie se mi stai leggendo…

 

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